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Il significato del pagamento delle sedute dallo psicologo

V.le XI Febbraio, 63, 61121 Pesaro PU, Italia

 


Nel campo della della psicoterapia, uno degli aspetti spesso trascurati ma di grande rilevanza è la questione del pagamento delle sedute da parte del paziente. Per molti, può sembrare un dettaglio logistico o amministrativo, ma in realtà, il pagamento delle sedute e la discussione sul denaro possono costituire un lavoro profondo su molti aspetti transferali che emergono all'interno della relazione terapeutica. In questo articolo, esploreremo il significato psicologico e relazionale di pagare le sedute terapeutiche e come questa dimensione finanziaria può contribuire a una relazione terapeutica più profonda e significativa.


La relazione tra denaro e psicoterapia

La psicoterapia si basa su un rapporto speciale tra il terapeuta e il paziente, nel quale i pazienti si aprono e condividono profonde emozioni, pensieri e ricordi. Questo processo può portare alla manifestazione di dinamiche transferali, ovvero il riflesso nel presente di relazioni passate e sentimenti nei confronti di figure significative. La questione del denaro è intrinsecamente collegata a questo tipo di dinamiche.

Quando un paziente paga per le sedute dallo psicologo e/o dallo psicoterapeuta, questo atto può attivare una serie di emozioni e pensieri legati all'infanzia e alle prime relazioni con i genitori o le figure di cura. Ad esempio, il paziente potrebbe sentirsi in colpa per aver speso denaro per se stesso, riattivando sentimenti di colpa associati a soddisfare i propri bisogni. Al contrario, potrebbe sentirsi come se il terapeuta avesse il potere e il controllo su di lui a causa del denaro pagato, riflettendo dinamiche di dipendenza minacciosa.


Lavorare sulle dinamiche legate al pagamento delle fatture dello psicoterapeuta

La psicoterapia mira a portare alla luce queste dinamiche transferali e ad esplorarle in modo significativo. Il pagamento delle sedute fornisce una via per far emergere queste dinamiche. Il terapeuta può invitare il paziente a riflettere sul significato personale del pagamento, sulle emozioni che suscita e su come queste emozioni possono essere collegate alle relazioni passate.

Ad esempio, un paziente potrebbe scoprire che la sua difficoltà a pagare le sedute di psicoterapia rifletta una resistenza a investire su se stesso, una paura di essere vulnerabile o una tendenza a sentirsi inadeguato. Questi sono temi importanti che possono essere esplorati ed elaborati in terapia.


Parlare di soldi non può essere un tabù in psicoterapia ( a meno che non lo sia per il terapeuta stesso)

La discussione aperta sul denaro è fondamentale in terapia, poiché consente di evitare malintesi e ambiguità che potrebbero danneggiare la relazione terapeutica. Lo psicoterapeuta e il paziente possono discutere apertamente delle tariffe, delle modalità di pagamento e delle questioni finanziarie in modo che entrambe le parti abbiano chiarezza e consenso.

Inoltre, la discussione sul denaro può aiutare il paziente a comprendere meglio il suo rapporto con il valore personale e il proprio valore intrinseco. Il processo di pagamento può essere visto come un atto di cura di sé, un investimento nella propria crescita e guarigione.

A questo proposito v'invito a leggere l'articolo del prof. Paolo Migone "Psicoterapia e denaro", dove troverete nell'introduzione una mia riflessione su un caso di cronaca.


Conclusioni

In sintesi, ritengo che il pagamento delle sedute terapeutiche e la discussione sul denaro svolgono un ruolo significativo soprattutto nella psicoterapia ad approccio psicoanalitico. Questa dimensione finanziaria può attivare dinamiche transferali profonde, ma offre anche un'opportunità preziosa per esplorare e lavorare su tali dinamiche in terapia. Attraverso la discussione aperta sul denaro, il paziente può acquisire una migliore comprensione di se stesso, migliorare la sua relazione con il valore personale e contribuire a una relazione terapeutica più profonda e significativa. In questo modo, il denaro diventa non solo un mezzo di scambio, ma anche uno strumento per la crescita personale e la guarigione.


Il tema dei soldi è da sempre un problema che fate fatica ad affrontare? 
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Affrontare la poca Autostima e Imparare a Chiedere il Giusto Compenso per il Tuo Lavoro

V.le XI Febbraio, 63, 61121 Pesaro PU, Italia



L'autostima e il giusto compenso nel mondo del lavoro sono due aspetti che spesso si intrecciano e influenzano reciprocamente. Mentre affrontare la poca autostima è una sfida comune per molte persone, alcune donne, in particolare, possono avere una maggiore difficoltà nel chiedere uno stipendio equo. Questo articolo esplorerà i motivi psicologici che spesso portano le donne a temere di farsi pagare di più, oltre a suggerire come un percorso di psicoterapia possa aiutare a superare tali ostacoli.


La Poca Autostima e il Lavoro

L'autostima è la valutazione soggettiva di sè e del proprio valore come individui. Quando si ha una bassa autostima, ciò può influenzare profondamente il modo in cui ci si comporta sul lavoro. Le persone con una bassa autostima tendono a sottovalutare le proprie capacità, ad avere paura di prendere rischi e a sentirsi inadeguate rispetto ai loro colleghi.

Questo può essere particolarmente vero per molte donne, a causa di dinamiche culturali e sociali profondamente radicate. Le aspettative sociali spesso suggeriscono che le donne debbano essere più modeste o che il successo debba essere ottenuto attraverso il duro lavoro silenzioso. Queste aspettative possono erodere l'autostima delle donne e farle dubitare delle loro capacità.


Paura di Chiedere il Giusto Compenso

La paura di chiedere uno stipendio equo può derivare da diverse ragioni psicologiche:

Timore del Rifiuto: 

Capita di pensare che chiedere uno stipendio più alto possa portare a un rifiuto da parte del datore di lavoro, il che potrebbe essere interpretato come una conferma della propria inadeguatezza.

Paura di Essere Percepiti Come "Rompiscatole": 

Alcune donne possono preoccuparsi di essere etichettate come "pretenziose" o "ambiziose" se cercano di negoziare uno stipendio più alto. Questa paura può essere una barriera significativa.

Mancanza di Consapevolezza del Proprio Valore: 

Spesso, le donne non sono consapevoli del loro vero valore e dell'impatto che hanno sul lavoro. Questa mancanza di consapevolezza può portarle a sottovalutare ciò che meritano.


Come la Psicoterapia può aiutare ad acquisire consapevolezza del proprio valore

Un percorso di psicoterapia può svolgere un ruolo essenziale nell'affrontare la poca autostima e nell'aiutare le donne a imparare a chiedere il giusto compenso per il proprio lavoro. Ecco come:

Aumentare l'Autostima

La terapia può aiutare le donne a esplorare le radici della loro bassa autostima, identificare credenze negative su se stesse e lavorare per cambiarle in pensieri più positivi e realistici.

Sviluppare Abilità di Comunicazione

La terapia può insegnare abilità di comunicazione assertiva, aiutando ad esprimere in modo efficace le proprie esigenze e i propri desideri senza paura di essere giudicate.

Riconoscere il Proprio Valore

Attraverso il supporto di uno psicoterapeuta, si può imparare a riconoscere il proprio valore sul posto di lavoro e ad accettare di meritare uno stipendio equo.

Gestire l'Ansia e il Timore del Rifiuto

La terapia può anche aiutare a gestire l'ansia e la paura del rifiuto, fornendo strumenti per affrontare situazioni di negoziazione in modo più sicuro e sicuro.


In conclusione, affrontare la poca autostima e imparare a chiedere il giusto compenso per il proprio lavoro è un processo a volte complesso. La psicoterapia offre un supporto prezioso per affrontare questi ostacoli, promuovendo la crescita personale e professionale. Con il giusto sostegno, si può imparare a riconoscere il proprio valore e a ottenere il compenso che si merita sul luogo di lavoro.


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Uscire dalla “zona di comfort” è davvero necessario?



USCIRE DALLA “ZONA DI COMFORT” È DAVVERO NECESSARIO?

Ovviamente da psicologa e psicoterapeuta che si occupa di psicologia clinica da 30 anni, la mia risposta è “Assolutamente no”.

Non conosco persone o pazienti, che sono morti a causa della loro zona di comfort. Anzi.


LA MODA SUI SOCIAL DI USARE TERMINI DI PSICOLOGIA SENZA LOGICA

Ci sono diverse parole prese in prestito dalla psicologia clinica e usate sui social, nel linguaggio comune, con un significato e scopi che creano solo confusione in chi legge e ascolta e magari stava solo cercando risposte in merito al proprio disagio psicologico ed emotivo.

Come saprete molte parole come “narcisista”, “vampiri energetici”, “esaurimento nervoso”, "mindset", “neurodivergenza”, “bordeline”,  “psicosi”, “trauma”, “manie”, “bipolare”, “relazioni tossiche” e via dicendo, sono utilizzate nel gergo di molti influencer e creatori di contenuti, senza nessun nesso e significato attinente al reale senso di un certo termine clinico/tecnico o peggio, alcuni di questi termini non significano nulla in psicologia. 

Semplicemente non esistono. Sono solo mode passeggere che aiutano ad aumentare i clic su un certo video o articolo e pagare le pubblicità.


INFLUENCER E CREATORI DI CONTENUTI ( CHE NON SONO PSICOLOGI) AL 90% CONFONDONO CHI LEGGE E LI SEGUE

La maggioranza dei divulgatori (non psicologi) sui social e sul web, che parlano di problematiche psicologiche e relazionali, in realtà cavalcano solo trend di mercato in modo più o meno consapevole. In fondo fare l'influencer o il creatore di contenuti è un lavoro come un altro e non c’è nulla di male.

E’ importante però sviluppare un sano senso critico da parte di chi legge, segue o guarda video di creatori di contenuti del genere, per distinguere cosa sia un’esclusiva esperienza personale ( che comunque ritengo abbia un valore prezioso) da cosa sia l’opinione di chi ha una conoscenza basata su studi decennali e una statistica di casi clinici visitati e curati, non paragonabile all'esperienza personale di una singola persona con un disturbo o un problema. Sarebbe un po' come credere che siccome avete un bypass cardiaco, ora siate in grado anche voi di fare un intervento di cardiochirurgia.

Insomma per parlare seriamente di psiche e i suoi funzionamenti, e non creare confusione, essere laureati all’università della vita ancora non è sufficiente.


LA ZONA DI COMFORT E' VITALE E FISIOLOGICA, NON DEMONIZZIAMOLA 

Come dicevo all’inizio vorrei parlarvi di una frase molto di moda: “uscire dalla zona di comfort”. 

Spesso s’intende dire che la zona di comfort è un posto sicuro e comodo in cui ci rifugiamo per paura di affrontare ciò che non conosciamo.

Io sono certa che non si debba uscire da nessuna parte, ma che sia sempre bene iniziare restando dove si è.

E’ fondamentale trovare un sano equilibrio tra la zona di comfort e l'accoglienza delle paure, anziché cercare di superarle in modo forzato.


ACCOGLIERE LA PAURA E' L'UNICA CHIAVE PER IL BENESSERE

Spesso sentiamo dire che dobbiamo "uscire dalla nostra zona di comfort" per crescere e progredire nella vita. È vero che affrontare sfide e mettersi alla prova può portare a esperienze positive e a un autentico sviluppo personale. Tuttavia, ciò non significa che dobbiamo costantemente spingerci al di là dei nostri limiti, vivendo in uno stato di ansia e paura costante.

La zona di comfort è il luogo in cui ci sentiamo sicuri e a nostro agio, un terreno familiare da cui possiamo esplorare il mondo con fiducia. Non c'è nulla di male a trascorrere del tempo in questo spazio protetto, dove possiamo ricaricarci e rilassarci. È un punto di partenza solido per le nostre sperimentazioni, ma senza sentirsi obbligati a fare cose..

Accogliere le paure è altrettanto importante. Le paure fanno parte della nostra esperienza umana e spesso ci indicano una possibile minaccia o un bisogno insoddisfatto. Piuttosto che cercare di superarle a tutti i costi, possiamo imparare ad accoglierle, ascoltarle e comprenderle.

Nel mio ruolo di psicoterapeuta, ho visto molte persone che si sentono obbligate a superare le proprie paure senza prendersi il tempo necessario per comprenderne il significato. Questo può portare a frustrazione, ansia e peggiorare il livello di autostima. Accogliere le paure, invece, ci permette di esplorarne l'origine e trovare modi più sani per affrontarle.

Accogliere le paure non significa rimanere intrappolati in esse, ma piuttosto osservarle senza giudizio e imparare da esse. 

Possiamo chiederci: 

"Qual è il messaggio che la mia paura sta cercando di darmi?" 

"Cosa posso fare per prendermi cura di me stesso mentre affronto questa paura?". 

In questo modo, trasformiamo la paura da nemica in alleata.

Quindi, sì, esplorare nuovi orizzonti e spingersi oltre i confini può essere stimolante e arricchente. Tuttavia, è altrettanto importante riconoscere che la nostra zona di comfort e le nostre paure meritano rispetto e considerazione. Trovare un equilibrio tra l'esplorazione e la tutela di noi stessi è la chiave per un'autentica crescita e benessere.


Credo che quando ci prendiamo cura di noi stessi in modo equilibrato, possiamo affrontare le sfide della vita con una mente più aperta e un cuore più sicuro.


Se vi sentite pronti/e ad esplorare il bilanciamento tra la zona di comfort e la gestione delle paure per un'autentica crescita personale, sarò felice di aiutarvi in questo percorso. Non esitate a fare il primo passo. 

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Migliorare il rapporto con il denaro attraverso la psicoterapia

V.le XI Febbraio, 63, 61121 Pesaro PU, Italia





Durante le sessioni di psicoterapia con i miei pazienti ci sono argomenti più spinosi di altri e il rapporto con il denaro è spesso tabù, per vergogna e sensi di inadeguatezza.

Le motivazioni psicologiche che portano le persone a non avere un buon rapporto con il denaro e a non sapersi dare il giusto valore sono complesse e possono variare da individuo a individuo. La relazione che una persona ha con il denaro è spesso influenzata da fattori come l'educazione finanziaria ricevuta, l'ambiente familiare, le esperienze di vita passate e le emozioni legate ai soldi.


Mancanza di consapevolezza finanziaria

Una delle principali motivazioni che possono portare le persone a non avere un buon rapporto con il denaro è la mancanza di consapevolezza finanziaria. Capita di non essere stati educati su come gestire il denaro in modo efficace, come risparmiare o investire. Questa mancanza di conoscenza può portare a decisioni sbagliate, a comportamenti di spesa impulsiva e all'accumulo di debiti.


Esperienze negative con il denaro

Le esperienze di vita passate possono influenzare la relazione di una persona con il denaro. Ad esempio, se una persona ha vissuto momenti di difficoltà economica o è cresciuta in una famiglia in cui il denaro era una fonte di conflitto o stress, potrebbe sviluppare atteggiamenti negativi verso il denaro. Questo può portare a comportamenti di evitamento come la paura di affrontare i problemi finanziari: evitare di guardare il proprio conto in banca o fare i conti delle proprie spese mensili.


Vissuti emotivi legati al denaro

Le credenze personali e i vissuti emotivi possono anche giocare un ruolo importante nella relazione con il denaro. Alcune persone possono avere vissuti personali (ereditati anche dai modelli genitoriali sul rapportarsi al denaro) che associano i soldi ad elementi negativi come l'avidità, i sensi di colpa o il senso di precarietà. Questo tipo di vissuti possono mettere in difficoltà la capacità di una persona di mettere da parte denaro o di dare valore al denaro e di conseguenza sapere chiedere un giusto compenso per il proprio lavoro.


Non essere capaci di darci valore

L'autostima influenza la relazione di una persona con il denaro. Alcune persone possono avere una bassa autostima e sentire di non meritare il successo economico o il benessere materiale. Questo può portare a comportamenti di auto-sabotaggio finanziario, come la sottostima del proprio valore o la scelta di lavori o opportunità che non corrispondono alle proprie capacità.


Il denaro non è la misura della nostra realizzazione personale

Infine, la società e la cultura in cui una persona vive possono influenzare il modo in cui essa si rapporta al denaro. Ad esempio, una cultura che enfatizza l'accumulo di ricchezza e il consumismo potrebbe portare a una visione distorta del valore del denaro, dove il successo finanziario diventa l'obiettivo principale perché illusoriamente fa sentire valorizzati, laddove si viva un profondo senso d'inadeguatezza personale. 


Come migliorare il nostro rapporto con il denaro

Per affrontare queste difficoltà psicologiche e sviluppare un rapporto più sano con il denaro, è importante acquisire consapevolezza della propria storia personale e familiare con il denaro. 

La maggioranza dei casi di difficoltà con la gestione del denaro è di natura psicologica ed emotiva e richiede un percorso di supporto psicologico per lavorare sulla propria autostima, così come esplorare e mettere in discussione le credenze limitanti e le emozioni legate al denaro.

Migliorare il rapporto con il denaro attraverso la psicoterapia non solo può portare a una maggiore stabilità finanziaria, ma può anche avere un impatto positivo su altri aspetti della nostra vita. Una volta che siamo in grado di comprendere e gestire in modo più efficace le nostre emozioni e i nostri pensieri legati ai soldi, siamo più inclini a prendere decisioni più consapevoli e a costruire relazioni più sane anche a lavoro.


In conclusione, intraprendere un percorso di psicoterapia per migliorare il rapporto con il denaro rappresenta un'opportunità significativa per sviluppare una maggiore consapevolezza del nostro rapporto con i soldi, come il riceverli, spenderli o donarli e adottare comportamenti sani e positivi nella gestione delle finanze personali. 

La psicoterapia può fornire strumenti che ci permettono di raggiungere una maggiore tranquillità finanziaria e un benessere generale.


Se desiderate migliorare il rapporto con il denaro e intraprendere un percorso di psicoterapia, non esitate a contattarmi. 

Insieme, possiamo lavorare per creare una relazione più equilibrata e gratificante con il denaro. 


La tua serenità economica e il tuo benessere emotivo meritano cura e attenzione. Chiama per prenotare la tua seduta di consulenza psicologica per pianificare i tuoi prossimi passi. 
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Perché il disagio psicologico può diventare urgente nei mesi estivi

61121 Pesaro PU, Italia

 


L'estate è spesso considerata una stagione di gioia, relax e divertimento. Tuttavia, per alcune persone, i mesi estivi possono rappresentare un periodo di intensificazione del disagio psicologico. Mentre molti cercano la luce del sole e il caldo per rinvigorirsi, coloro che lottano con problemi emotivi possono trovare questa stagione particolarmente difficile. In questo articolo, esploreremo le ragioni per cui il disagio psicologico può aumentare durante l'estate e come la psicoterapia può essere un prezioso strumento per affrontare queste sfide.


Cambiamenti nella routine

Durante i mesi estivi, molte persone sperimentano una variazione significativa nella loro routine quotidiana. Gli studenti sono in vacanza, i genitori possono essere sottoposti a maggiori pressioni per occuparsi dei figli, e molte persone prendono delle pause dal lavoro. Questi cambiamenti possono creare uno squilibrio nella vita di una persona, interrompendo la routine che spesso fornisce struttura e stabilità emotiva. La mancanza di una routine regolare può aumentare il senso di ansia e confusione.


Solitudine e isolamento

Mentre l'estate è spesso associata a momenti di socializzazione e vacanze, ci sono persone che si sentono particolarmente sole durante questa stagione. Coloro che non hanno un forte supporto sociale o che si trovano in una fase di transizione, come ad esempio un trasferimento in una nuova città o la fine di una relazione, possono sperimentare un senso di isolamento accentuato durante i mesi estivi. La mancanza di contatti significativi può aumentare il rischio di depressione e ansia.


Pressioni sociali e aspettative irrealistiche

L'estate porta con sé una serie di aspettative sociali, come la forma fisica perfetta, il divertimento costante e la felicità senza sforzo. Queste pressioni sociali e aspettative irrealistiche possono mettere a dura prova il benessere psicologico di una persona. Il confronto costante con gli altri sui social media può amplificare il senso di inadeguatezza e generare ansia da prestazione. L'affrontare queste pressioni può essere un compito difficile per molte persone e può richiedere un sostegno professionale.


3 modi in cui la psicoterapia può essere di aiuto 

La decisione di iniziare una psicoterapia durante l'estate può essere un passo significativo verso il benessere emotivo. La psicoterapia offre uno spazio sicuro e confidenziale in cui esplorare i problemi psicologici e sviluppare strategie di fronteggiamento. Ecco come la psicoterapia può aiutare:


1. Supporto emotivo

Attraverso la psicoterapia, è possibile esplorare i sentimenti di isolamento, ansia o depressione, affrontando le cause profonde e imparando nuove abilità per gestirli.


2. Sviluppo di risorse per affrontare il disagio

La psicoterapia offre strumenti che permettono di dare un nome alle emozioni che confusamente abitano il nostro corpo e la nostra mente. Costruire una mappa del proprio mondo emotivo e delle proprie reazioni a certe situazioni, può dare una direzione chiara e pratica nel prendere decisioni e fare scelte più in linea con il nostro vero sentire.  


3. Esplorazione delle aspettative irrealistiche

In psicoterapia s'impara ad identificare e sfidare le aspettative irrealistiche che ci autoimponiamo e che sentiamo come pressioni anche dalle persone a noi più vicine. Imparare a stabilire obiettivi realistici e sviluppare una prospettiva più sana può ridurre il senso di pressione e aumentare il benessere psicologico.


Nonostante l'estate possa rappresentare un periodo impegnativo per coloro che vivono un disagio psicologico, è importante ricordare che la psicoterapia può fornire il supporto necessario per affrontare queste sfide. La ricerca di uno psicoterapeuta qualificato può essere il primo passo verso il miglioramento del benessere emotivo.
Non bisogna mai esitare a chiedere aiuto e ad affrontare il proprio disagio psicologico in modo professionale, perché il benessere psicologico è un diritto ed è possibile.


Desiderate chiedere supporto psicologico ma avete tanti dubbi e paure?
Proviamo a fare intanto il punto insieme prenotando una consulenza. Un passo alla volta facciamo luce su quali emozioni si stanno agitando e capiremo cosa accade in questo momento.
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© dott.ssa Susanna Murray - Psicologa Psicoterapeuta Pesaro. Design by Fearne.