I disturbi alimentari in questi ultimi 20 anni sono diventati tema di attualità di talk show e documentari televisivi, articoli di giornale, campagne di prevenzione, pubblicità per noti fotografi e blogs di adolescenti.
Credo che oltre a tutta questa risonanza mediatica, i disturbi alimentari non vengono presentati come il grido di aiuto di giovani, e meno giovani, che in realtà nascondono un disagio ben più profondo e radicato. In realtà ho osservato in giro solo la descrizione di una malattia scevra dalla persona , come se ci fossero soltanto "sintomi" e le solite “cause”, ormai troppo banalizzate ( il rapporto con la madre, i modelli femminili occidentali, ecc.).
In realtà ad un esame più attento, oltre al disturbo, c’è un essere umano che vive di dolore e sofferenza e che necessita di essere accolto, prima che di essere infilato in un comodo cassetto di diagnosi e sintomi uguali a tanti altri.
Ora qualche dato:
“Ne soffrono in Italia, secondo l’ultimo rapporto Eurispes,oltre 2 milioni di ragazzi tra i 12 e i 25 anni; la diagnosi spesso avviene tardivamente, anche dopo 6 – 7 anni dall’esordio, quando i sintomi fisici e psichici sono divenuti particolarmente evidenti.
Sono i Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA), suddivisibili in anoressia nervosa, bulimia nervosa, disturbo da alimentazione incontrollata (BED) e disturbi del comportamento alimentare non altrimenti specificati (EDNOS).Per Disturbi del Comportamento Alimentare si intende un alterato rapporto con il cibo e con il proprio corpo.
Credo che oltre a tutta questa risonanza mediatica, i disturbi alimentari non vengono presentati come il grido di aiuto di giovani, e meno giovani, che in realtà nascondono un disagio ben più profondo e radicato. In realtà ho osservato in giro solo la descrizione di una malattia scevra dalla persona , come se ci fossero soltanto "sintomi" e le solite “cause”, ormai troppo banalizzate ( il rapporto con la madre, i modelli femminili occidentali, ecc.).
In realtà ad un esame più attento, oltre al disturbo, c’è un essere umano che vive di dolore e sofferenza e che necessita di essere accolto, prima che di essere infilato in un comodo cassetto di diagnosi e sintomi uguali a tanti altri.
Ora qualche dato:
“Ne soffrono in Italia, secondo l’ultimo rapporto Eurispes,oltre 2 milioni di ragazzi tra i 12 e i 25 anni; la diagnosi spesso avviene tardivamente, anche dopo 6 – 7 anni dall’esordio, quando i sintomi fisici e psichici sono divenuti particolarmente evidenti.
Sono i Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA), suddivisibili in anoressia nervosa, bulimia nervosa, disturbo da alimentazione incontrollata (BED) e disturbi del comportamento alimentare non altrimenti specificati (EDNOS).Per Disturbi del Comportamento Alimentare si intende un alterato rapporto con il cibo e con il proprio corpo.
In questi disturbi l’alimentazione può assumere caratteristiche disordinate ed ossessive, con rituali tali da compromettere la possibilità di consumare un pasto in modo “abbastanza normale”.
I più noti DCA sono anoressia e bulimia; secondo i dati del Cidap, il Centro italiano disturbi alimentari psicogeni, in Italia ci sarebbero circa 1.450.000 ragazze bulimiche e 750.000 anoressiche. I disturbi del comportamento alimentare riguardano infatti le donne in circa il 90% dei casi, anche se a partire dagli anni ’90 si nota una costante diffusione tra i ragazzi.
La bulimia nervosa, che significa letteralmente “fame da bue”, si manifesta con la con la tendenza ad “abbuffarsi” per poi eliminare velocemente quanto ingerito attraverso il vomito o con abuso di lassativi. Questo disturbo è anche piuttosto difficile da diagnosticare in quanto generalmente non si accompagna a significative variazioni di peso, tanto che molti specialisti lo considerano un “disturbo epidemico nascosto”. I dati epidemiologici parlano di una incidenza di circa il 3% nella popolazione femminile.
Al contrario l’ anoressia nervosa si manifesta con il rifiuto del cibo e con una forte perdita di peso; questo disturbo in un 3 - 5% circa di casi porta alla morte. Questa malattia, considerata 50 anni fa come rara e diffusa solo tra le giovani delle classi elevate riguarda ormai tutti gli strati sociali del mondo occidentale. I dati epidemiologici parlano di una incidenza, nella popolazione femminile tra i 12 e i 25 anni, vicina all’1%.
Entrambi i disturbi sono accomunati dal pensiero ossessivo del cibo, dalla paura morbosa di diventare soprappeso uniti ad una percezione deformante del proprio corpo e ad una bassa stima di sé. Le forme di disturbo da alimentazione incontrollata e i disturbi non specificati riguarderebbero invece circa il 6% delle adolescenti italiane.” (Fonte: "Al via campagna di informazione sui disturbi del comportamento alimentare", tratto in data 31-05-2005 da Obiettivo Psicologia. Formazione, lavoro e aggiornamento per psicologihttp://www.opsonline.it/index.php?m=show&id=2942 )
Potete proseguire la lettura con la seconda parte del post, ma prima leggete qui sotto qualche altro spunto di approfondimento.
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