I disturbi alimentari e la danza

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La danza è una professione fortemente competitiva.

Ma non è la sola.

Certamente la pressione a cui sono sottoposte le giovani ballerine è a volte inimmaginabile, da chi è al di fuori di un certo ambiente.


In America lo sanno bene Michelle Warren e Linda Hamilton, due specialiste dei disturbi del comportamento alimentare, che tentarono di svolgere una ricerca all'interno del mondo accademico della School of American Ballet.
Lo studio consisteva in un monitoraggio delle giovanissime allieve, durante il percorso accademico, ma negli anni, una percentuale considerevole, ritirò la sua partecipazione alla ricerca e non fu possibile elaborare dati sufficienti. La riflessione che venne fatta fu che molte ragazze che iniziarono a presentare comportamenti a rischio, preferirono evitare di rispondere ai questionari per paura di essere scoperte e di essere allontanate dalla scuola. (Sociocultural influences on eating disorders in professional female ballet dancers , Linda H. Hamilton, J. Brooks-Gunn, Michelle P. Warren, International Journal of Eating Disorders).

D'altronde parliamo di disturbi alimentari, dove la negazione della malattia e la vergogna sono elementi che spingono le giovani ad evitare di affrontare certe tematiche per loro difficili da gestire.
Nel mondo della danza classica si sa che alcune caratteristiche del corpo di una ballerina sono fondamentali.
Il problema dei disturbi alimentari non colpisce solo le ballerine, ma anche i ballerini. Tuttavia sono le donne a ricevere una maggiore pressione. Forse perché spesso s'inizia a studiare danza sempre più precocemente e la fase della prepubertà spesso corrisponde al periodo formativo in cui s'inizia ad essere giudicate per il talento e le capacità che potrebbero portare al mondo della danza come professioniste.
C'è quindi su alcune giovanissime adolescenti una pressione fortissima, proprio in un così delicato momento come quello della pubertà, in cui si va definendo la personalità e l'identità di un individuo.


Mariafrancesca Garritano era una prima ballerina del Teatro della Scala. Nel 2011 dichiara ad un giornale straniero (l'inglese Observer ) che, alla Scala, una ballerina su cinque soffre di anoressia e/o bulimia, raccontando i particolari di vicende di disagio vissute sul suo corpo e sul corpo di altre colleghe danzatrici (la Garritano ha pubblicato anche un libro La verità, vi prego, sulla danza! )

Nel giro di qualche mese arriva il licenziamento da parte del Teatro della Scala, che ha giustificato la decisione per "il danno d'immagine" che le dichiarazioni della Garritano stavano arrecando al teatro milanese. 

V'invito ad informarvi se siete interessati al rapporto che intercorre tra danza, immagine corporea e pressioni sociali e contestuali, per comprendere quale sia la dimensione del problema tra le giovanissime, e meno, che lavorano nell'ambito della danza per conoscere qualcosa di più sui disturbi alimentari e fino a che punto si può arrivare per trasformare il proprio corpo per poter diventare professioniste.

E smettere di nascondere una realtà di cui pare, ahimè, essere a conoscenza il management delle accademie o delle scuole di danza, ma per il quale disagio nessuno pare sentirsi responsabile.

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© dott.ssa Susanna Murray - Psicologa Psicoterapeuta Pesaro. Design by Fearne.