Torno a parlare di un tema che mi è stato molto richiesto in
queste ultime settimane, dopo la pubblicazione del post "Sepolti in casa: la disposofobia".
Quello che ho compreso recentemente è che, questo problema
dell'acquisto e accumulo compulsivo di oggetti in casa, è un argomento di cui si
parla poco e poco volentieri, ma che limita molte più persone di quanto
s'immagini.
Volevo provare in questo post a dare una lettura, che può
essere fatta, delle caratteristiche del disordine delle persone affette da
questa problematica.
I livelli di disordine nell'accumulo compulsivo.
Innanzi tutto è bene fare una distinzione tra i vari livelli
di disordine, nel senso che non tutti gli accumuli di oggetti sono segnali di
disturbo grave.
Andiamo con ordine.
Clutter.
Il termine "clutter" sta ad indicare la confusione
che spesso regna in casa.
Diciamo che nel caso della Disposofobia è un primo livello
di disordine.
Ma fa parte anche della normalità.
Pensiamo a chi vive serenamente nel suo disordine o chi vive
con bambini piccoli e corre tutto il giorno: il caos sarà una costante!
Ma l'elemento patologico scatta nel momento in cui non ci si
riesce più a sbarazzare degli oggetti rotti o in disuso.
Clot
Il "clot" è un termine che indica dei
"coauguli" di oggetti accumulati, ormai da mesi, che non vengono
smaltiti in nessun modo.
Per esempio: pile di panni da sistemare, posta da aprire o
buttare, lavori in casa iniziati e mai terminati, sacchetti con roba di cui ci
si vorrebbe sbarazzare o donare in elemosina, ma che invece si accumula in
casa, oggetti acquistati ancora confezionati e mai usati.
Clog
Il "clog" è lo "zoccolo duro" che si
crea quando l'accumulo diventa un problema urgente.
Nel senso che i coauguli di cui parlavo prima, cominciano ad
essere accumulati in una stanza, fino ad arrivare a riempirla tutta e a
impedire l'apertura della porta o il passaggio stesso.
Questo meccanismo peggiora arrivando a rendere tutta la casa
un magazzino, con i passaggi bloccati e l'agibilità dell'intera casa a
rischio.
La lettura psicologica dell'accumulo del disordine.
Uno degli aspetti significativi da leggere, nel caso dei clot
gravi o dei clog, è il livello di densità degli oggetti, perché i materiali
scelti da accumulare, il peso, il volume, sono tutti elementi che possono differenziare e dare quindi anche
un valore diverso a ciò che le persone stanno vivendo e cosa il loro disagio
vuole comunicare agli altri.
Per esempio, osservare una pila di vestiti: pur occupando un
certo volume non possiede di certo la solidità di una pila di carta che può
trasformarsi, con l'accumulo, in un vero e proprio muro solido e molto
difficile da smaltire o spostare, rispetto alla stoffa degli abiti.
E allora verrebbe da chiedersi: quale muro si sta costruendo?
Perché?
E per chi?
Gli spazi intimi sembrano forse troppo vuoti e necessitano di confini, di protezioni?
O forse un muro meno solido indica che c'è anche una richiesta d'aiuto e un invito ad avvicinarsi?
La complessità del disagio dell'accumulo compulsivo ( che in gergo clinico viene definito come "disposofobia" ) si diversifica in varie tipologie, a seconda delle caratteristiche psicologiche e relazionali di ogni persona.
La psicoterapia ( a volte in abbinamento con un momentaneo sostegno farmacologico ) può essere un aiuto fondamentale, ma è necessario che anche i familiari coinvolti possano essere sostenuti nel processo del lavoro terapeutico, in spazi a loro dedicati.
La terapia dell'accumulo compulsivo.
La complessità del disagio dell'accumulo compulsivo ( che in gergo clinico viene definito come "disposofobia" ) si diversifica in varie tipologie, a seconda delle caratteristiche psicologiche e relazionali di ogni persona.
La psicoterapia ( a volte in abbinamento con un momentaneo sostegno farmacologico ) può essere un aiuto fondamentale, ma è necessario che anche i familiari coinvolti possano essere sostenuti nel processo del lavoro terapeutico, in spazi a loro dedicati.