"Il mio valore non si misura solo in euro”: affrontare il rapporto difficile con il denaro
Parlare di soldi mette a disagio molte persone. Per alcuni è un tabù, per altri una fonte continua di preoccupazione o senso di colpa. Ma ciò che spesso non viene detto è che il nostro rapporto con il denaro racconta molto di come ci percepiamo, delle nostre paure e della nostra storia personale.
Perché il denaro ci fa sentire inadeguate
Quante volte ti sei sentita a disagio nel chiedere il giusto compenso per il tuo lavoro? Oppure ti sei ritrovata a spendere impulsivamente per poi sentirti in colpa? O, ancora, hai provato vergogna nel parlare di soldi con il partner o la famiglia?
Il denaro non è solo uno strumento economico. È una lente attraverso cui osserviamo il nostro valore, la nostra capacità di prenderci cura di noi stesse, i nostri confini.
Libere professioniste: quando l'autonomia economica diventa un campo di battaglia interiore
Molte donne, soprattutto se autonome o imprenditrici, si trovano a dover negoziare continuamente il proprio valore. E qui emergono antiche ferite:
- il bisogno di “essere brave” più che giuste,
- la paura di sembrare egoiste o interessate solo al guadagno,
- la difficoltà nel riconoscere il tempo e le competenze come qualcosa da retribuire.
Questo può portare a sottopagarsi, a non riuscire a chiedere aumenti, o a sentirsi in colpa quando si guadagna di più.
Da dove nasce questa difficoltà?
Il nostro rapporto con il denaro ha radici profonde: si forma nella famiglia, nella cultura in cui cresciamo, nei messaggi che riceviamo da piccoli su merito, sacrificio, abbondanza, povertà, successo.
Spesso in terapia emergono convinzioni limitanti come:
- “Se guadagno troppo, perderò l’amore degli altri”
- “Non mi merito il benessere economico”
- “Chi ha soldi è arrogante o superficiale”
Portare luce su queste credenze è il primo passo per uscire da dinamiche ripetitive e blocchi interiori.
Il mio lavoro in studio: quando il denaro entra in terapia
Il tema del denaro tra le mie pazienti è più imbarazzante che parlare della propria sessualità. Credo di non aver sentito mai persone parlare di soldi, finché anni fa una paziente fece un'osservazione di disappunto vendendomi arrivare a lavoro con un'automobile nuova: in quel momento pensò che io mi ero concessa una cosa di valore e lei invece non l'aveva mai fatto.
Questo piccolo episodio ci permise di lavorare su cosa significasse avere denaro e spenderlo per qualcosa che ci facesse stare bene e ci facesse sentire di valore.
Perché il denaro non è un'oggetto che serve a pagare i conti a fine mese, è un modo in cui non ci relazioniamo con il valore che diamo a noi stesse.
Questo è molto evidente nelle giovani libero professioniste (o anche meno giovani) che magari lavorano bene ma vivono un profondo disagio a chiedere un giusto compenso, come se temessero di non essere meritevoli o peggio la sensazione imbarazzante del "chiedere" come se possano apparire bisognose o avide.
Nel mio lavoro aiuto le professioniste a capire le radici di questi pensieri autolimitanti e cosa li alimenta tuttora. Perché alcune difficoltà nel rapporto con il denaro sovente si rivelano anche difficoltà nelle relazioni con gli altri.
Iniziare a trasformare il proprio rapporto con il denaro
Un lavoro psicologico può aiutarti a:
- individuare i messaggi ereditati sulla ricchezza e sulla scarsità;
- sciogliere i sensi di colpa legati all’essere autonome o capaci;
- dare valore al tuo tempo e ai tuoi confini;
- costruire un equilibrio tra cura di sé, piacere e pianificazione.
Cambiare il modo in cui pensi e vivi il denaro può liberare risorse inaspettate: energia, progettualità, libertà.
Vuoi iniziare questo percorso?
Nel mio studio a Pesaro (o online) accompagno professioniste e persone in momenti di svolta personale e lavorativa. Se vuoi esplorare il tuo rapporto con il denaro e capire da dove partire, possiamo parlarne insieme in una seduta di consulenza psicologica e valutazione diagnostica.
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