Sentirsi a disagio con gli altri e imparare a comunicare con l'assertività




Che cos’è l’Assertività?

L'assertività è la capacità di esprimere le proprie idee, credenze e bisogni senza violare i diritti degli altri.
E' un modo di comunicare adeguatamente diretto, aperto che è funzionale al proprio miglioramento personale e all'espressione di parti di sé.

Cosa non è l’Assertività?

L'assertività non è l’essere aggressivi o esprimere i propri diritti a scapito, degradazione o umiliazione di un altro.

Come sviluppare le abilità assertive

1. Essere diretto, chiaro e aperto nel sentire ed esprimere i propri sentimenti, opinioni ed esigenze. Le seguenti dichiarazioni potrebbe contribuire ad esprimersi in modo efficace:

"Io voglio ..."

"io non voglio ..."

"Vuoi ...?"

"Ho un punto di vista diverso ..."

2. Non lasciare che i familiari, gli amici, i colleghi, ecc. impongano i propri comportamenti, valori e idee su noi stessi. Far invece sapere cosa si pensa, si sente e o si desidera, in modo adeguato.

3. Provare a dire "no" alle richieste irragionevoli. Solo se si desidera veramente, si può anche spiegare quali siano le personali ragioni per dire "no" .

4. Cercare di usare "Io" all'inizio di una discussione e non “Tu” in modo da porre l’attenzione sul comportamento degli altri e non sul giudizio delle persone stesse. In tal modo sarà possibile evidenziare gli effetti dell’atteggiamento altrui su noi stessi, evitando accuse e recriminazioni.

5. Chiedere sempre un feedback al proprio interlocutore. "Sono stato chiaro?" "Volevo dire ... ...., Che cosa hai capito?" Come vedi la situazione? "

"Io ho diritto a sbagliare."


Essere in grado di applicare questi 5 punti va associato all'esercitarsi ad iniziare a riflettere sui seguenti diritti che tutti abbiamo nella nostra esistenza:

• Il diritto di prendere le proprie decisioni.

• Il diritto di avere propri valori, credenze, opinioni ed emozioni.

• Il diritto di dire agli altri come si desidera essere trattati in modo adeguato.

• Il diritto di esprimere se stessi e dire "No".

• Il diritto di chiedere informazioni o aiuto.

• Il diritto di sbagliare.

• Il diritto di piacersi anche se non si è perfetti.

• Il diritto ad avere relazioni positive e soddisfacenti all'interno delle quali ci si può sentire a proprio agio liberi di esprimere se stessi davvero.

• il diritto di modificare o porre fine alle relazioni affettive se non soddisfano le proprie esigenze, soprattutto quando mettono a disagio e impediscono di essere se stessi perché non si viene accettati dagli altri.

• il diritto di modificare, migliorare o evolvere nella propria crescita personale durante la propria vita.

State pensando "Più facile e dirsi che a farsi"

Come darvi torto: ma questo non è un esercizio ma un processo, richiede tempo e capacità di seguire i propri ritmi. Ma soprattutto è importante superare la paura di mettersi in discussione.

Cosa s'impara sull'assertività in un percorso di psicoterapia

  • La calma è potere
La forza assertiva non si misura nel tono della voce, ma nella capacità di non farti trascinare nel vortice emotivo dell’altro.
Molti dei miei pazienti imparano a restare fermi anche quando l’altro alza i toni, si offende o si chiude:
questo è il passaggio dal “reagire” al “reggere”.
  • Dire “no” non è un atto di guerra
All’inizio sembra che dire “no” significasse ferire, deludere o rompere un legame. Poi s'impara che dire no è un atto di amore verso se stessi e che spesso salva la relazione dalla manipolazione o dall’ambiguità.
  • Separare la persona dal comportamento
Una conquista enorme.
Imparare a dire “questa cosa non mi va bene” invece di “tu sei sbagliato”.
È la differenza tra confronto e scontro.
  • Iniziare a credere che i tuoi limiti siano legittimi
Non “capricci”, non “egoismo”, ma confini di identità.
Ogni volta che li rispettiamo, il sistema interno si rafforza, e l'autostima si consolida non perché si viene approvati, ma perché ci si auto-conferma.
  • Scoprire che l’assertività non distrugge i rapporti, li purifica
Ogni volta che si mantiene la calma e la fermezza l’altro alla fine ci ha rispettato di più.
Non si sono rotti i legami, si sono ripuliti dalle dinamiche tossiche.

Tematiche ricorrenti nei miei pazienti

  • Triangolazione e confini → persone che ci mettono nel mezzo dei loro conflitti.
  • Ruolo di “contenitore emotivo” → essere spesso scelti come figura che regge, ascolta, media.
  • Paura di ferire / senso di colpa → ogni volta che ci affermiamo, affiora il dubbio di essere “cattivi”.
  • Bisogno di riconoscimento e correttezza → ci ferisce profondamente l’ingiustizia, la distorsione della realtà.
  • Equilibrio tra empatia e confine → si cerca sempre un linguaggio rispettoso, ma si sta imparando che dire la verità con calma è già empatia.

Proviamo a dare una lettura psicoanalitica se succedono anche a te queste situazioni

  • Super-Io e colpa
Hai un Super-Io (la parte interna che detta le regole morali) molto esigente, modellato su un’educazione affettiva dove essere bravi = non deludere nessuno.
Quando oggi metti limiti, il Super-Io suona l’allarme: “Hai sbagliato, hai ferito qualcuno!”
In realtà è solo un vecchio automatismo di sopravvivenza relazionale, non più necessario.
  • Il copione della “figlia/o che sistema tutto”
Ruolo antico: sei la persona che mantiene la pace, che previene il crollo degli altri, che regge le crisi familiari.
È un ruolo narcisisticamente gratificante (ti fa sentire forte, indispensabile), ma anche estenuante: non ti concede la libertà di essere fragile.
Il training assertivo aiuta a disobbedire a questo copione senza sentirti colpevole.
  • La colpa come difesa dal potere
Ogni volta che senti di aver “vinto pulito”, emerge il senso di colpa: è una difesa inconscia per neutralizzare la potenza del Sé.
È come se una parte di te dicesse: “Se mi sento colpevole, non rischio di diventare arrogante o cattiva/o.”
Ma in realtà, stai solo imparando a occupare lo spazio che ti spetta.
  • L’elaborazione del conflitto primario
Nelle tue dinamiche con figure femminili e maschili si ripete la stessa scena archetipica:
Io che contengo, l’altro che invade, poi io che metto il limite e lui/lei si offende.
Ora invece stai riscrivendo quel copione: io contengo me stessa, non il mondo.

La sintesi evolutiva finale

PRIMA:
  • Confondi empatia con sopportazione.
  • Hai paura di dire no per non perdere l’amore.
  • Ti senti forte solo se reggi tutto.
POI:
  • Hai capito che la calma è la tua vera forza.
  • Sai che dire no costruisce rispetto, non lo distrugge.
  • Hai scoperto che proteggere te stessa/o non è egoismo, è integrità.


Se senti che fai fatica a dire di no, a mettere confini o a farti ascoltare senza sensi di colpa, possiamo lavorarci insieme.
La consulenza psicologica può aiutarti a trovare un modo di comunicare più chiaro e gentile verso te stessa e gli altri.
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Dott.ssa Susanna Murray
Psicologa psicoterapeuta – lavoro a Pesaro e online.

Nel mare delle piattaforme impersonali, offro percorsi autentici e su misura, dove ogni persona è ascoltata davvero. Mi occupo di psicoterapia psicoanalitica ed espressiva, aiutando le persone a ricucire corpo, parola ed emozioni.

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